mercoledì 5 dicembre 2012

Allenare all'estero


Da poco più di due mesi ricopro la carica di allenatore di calcio nel settore giovanile del Clissold Rangers FC a Londra. Mi è stata assegnata la gestione di due squadre di bambini di dieci e dodici anni che, per motivi di tempo, son costretto ad allenare contemporaneamente.

La società, fin da subito, mi ha chiesto il raggiungimento di pochi ma chiari obiettivi: dare un’impronta di gioco alle squadre cercando di mescolare le culture calcistiche italiana (grande sapienza tattica) ed inglese (encomiabile foga agonistica) e fornire ai ragazzi una buona preparazione fisica generale.
Il raggiungimento di questi obiettivi  è una sfida a dir poco affascinante, considerando sia la qualità del lavoro che la società si aspetta da me e sia per il poco tempo a disposizione (una sola seduta di allenamento settimanale) che ovviamente non favorisce il mio lavoro, senza dimenticare poi l’impegnativa componente della gestione del gruppo diverso da me per abitudini e lingua.
Le squadre vengono da diversi anni di vittorie nei campionati disputati, presentano diversi elementi di valore e cosa per me molto importante mi seguono con grande attenzione e dedizione; per i bambini infatti avere un allenatore straniero e per di più italiano (ebbene si nel calcio abbiamo ancora un certo rispetto oltre confine..) è motivo di curiosità ed eccitazione.

Nel calcio tre sono i fattori da sviluppare: le capacità tattiche (per semplicità le indichiamo come “cosa fare” in un determinato momento), le capacità tecniche (il “come” mettere in pratica un gesto calcistico) e le capacità fisiche (le principali forza, resistenza e velocità).
Sorrido quando sento dire che è un errore allenare la tattica già nei settori giovanili: niente di più sbagliato!! Sia perché erroneamente si associa la tattica con i moduli con cui le squadre scendono in campo (4-4-2, 4-3-3 ecc ecc…) che si chiama invece “strategia”,  sia perché  la tattica è l’applicazione pratica del gesto motorio finalizzato ad un determinato scopo e quindi diventa fondamentale insegnare i bambini a ragionare e a trovare dentro di se la risposta motoria migliore tenendo presente il fatto che il calcio è uno sport di situazione e cioè soggetto ad infine variabili situazionali.

Per ovviare al problema tempo quindi ho adottato la soluzione di proporre ai ragazzi attività che sviluppino contemporaneamente le tre capacità sopra descritte attraverso partitine a tema (ricercando infiniti obiettivi tattici), 2c2 e 3c3 (lavorando sulla tecnica di base, la tattica e la potenza aerobica) ed esercitazioni per migliorare la qualità del possesso palla (abituando i bambini ad avere un atteggiamento propositivo e saper “cosa fare” col pallone) tenendo sempre presente l’età dei bambini e lavorando nel pieno rispetto delle “fasi sensibili” ( periodi più indicati per stimolare le diverse capacità motorie in quanto più soggette ad un miglioramento) dell’apprendimento motorio.

Ed è proprio la parte tattica quella in cui dovrò concentrare il volume di lavoro maggiore in futuro in quanto i miei bambini sono lo specchio del calcio inglese; grande corsa, cuore e foga agonistica ma alle volte caratteristiche fini a se stesse visto lo scarso bagaglio di conoscente tattiche a disposizione.
Vi terrò aggiornati….

Nessun commento:

Posta un commento