Da poco più di due mesi ricopro la carica di allenatore di
calcio nel settore giovanile del Clissold Rangers FC a Londra. Mi è stata
assegnata la gestione di due squadre di bambini di dieci e dodici anni che, per
motivi di tempo, son costretto ad allenare contemporaneamente.
La società, fin da subito, mi ha chiesto il raggiungimento
di pochi ma chiari obiettivi: dare un’impronta di gioco alle squadre cercando
di mescolare le culture calcistiche italiana (grande sapienza tattica) ed
inglese (encomiabile foga agonistica) e fornire ai ragazzi una buona
preparazione fisica generale.
Il raggiungimento di questi obiettivi è una sfida a dir poco affascinante,
considerando sia la qualità del lavoro che la società si aspetta da me e sia
per il poco tempo a disposizione (una sola seduta di allenamento settimanale)
che ovviamente non favorisce il mio lavoro, senza dimenticare poi l’impegnativa
componente della gestione del gruppo diverso da me per abitudini e lingua.
Le squadre vengono da diversi anni di vittorie nei
campionati disputati, presentano diversi elementi di valore e cosa per me molto
importante mi seguono con grande attenzione e dedizione; per i bambini infatti
avere un allenatore straniero e per di più italiano (ebbene si nel calcio
abbiamo ancora un certo rispetto oltre confine..) è motivo di curiosità ed
eccitazione.
Nel calcio tre sono i fattori da sviluppare: le capacità
tattiche (per semplicità le indichiamo come “cosa fare” in un determinato
momento), le capacità tecniche (il “come” mettere in pratica un gesto
calcistico) e le capacità fisiche (le principali forza, resistenza e velocità).
Sorrido quando sento dire che è un errore allenare la tattica
già nei settori giovanili: niente di più sbagliato!! Sia perché erroneamente si
associa la tattica con i moduli con cui le squadre scendono in campo (4-4-2, 4-3-3 ecc ecc…) che si chiama invece “strategia”, sia perché la tattica è l’applicazione pratica del gesto
motorio finalizzato ad un determinato scopo e quindi diventa fondamentale insegnare
i bambini a ragionare e a trovare dentro di se la risposta motoria migliore
tenendo presente il fatto che il calcio è uno sport di situazione e cioè
soggetto ad infine variabili situazionali.
Per ovviare al problema tempo quindi ho adottato la
soluzione di proporre ai ragazzi attività che sviluppino contemporaneamente le
tre capacità sopra descritte attraverso partitine a tema (ricercando infiniti
obiettivi tattici), 2c2 e 3c3 (lavorando sulla tecnica di base, la tattica e la
potenza aerobica) ed esercitazioni per migliorare la qualità del possesso palla
(abituando i bambini ad avere un atteggiamento propositivo e saper “cosa fare”
col pallone) tenendo sempre presente l’età dei bambini e lavorando nel pieno
rispetto delle “fasi sensibili” ( periodi più indicati per stimolare le diverse
capacità motorie in quanto più soggette ad un miglioramento) dell’apprendimento
motorio.
Ed è proprio la parte tattica quella in cui dovrò
concentrare il volume di lavoro maggiore in futuro in quanto i miei bambini
sono lo specchio del calcio inglese; grande corsa, cuore e foga agonistica ma
alle volte caratteristiche fini a se stesse visto lo scarso bagaglio di
conoscente tattiche a disposizione.
Vi terrò aggiornati….
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