giovedì 24 gennaio 2013

L'intervista: Elena Mura


La protagonista dell’intervista della settimana ci accompagna in un viaggio all'interno dello sport dilettantistico, fatto di sacrifici e passione e che dista anni luce dal ricco e spesso fuorviante mondo del professionismo.
Conosco Elena da una vita e sapevo che se avesse messo nel nuoto la sua proverbiale determinazione avrebbe ottenuto grandi risultati. Avendo visto di persona il suo talento è facile credere che negli ultimi  anni sia stata protagonista di svariate vittorie e piazzamenti (in particolare nelle gare a dorso, ma anche a rana e nei misti) nelle sue gare del circuito master.
L’amore e la passione con cui mi parla dei suoi progetti, delle sue fatiche in allenamento e dei suoi personali successi sono uno spot per chiunque ami lo sport puro…

Elena, cosa ti ha spinto ad iniziare, ormai ventitreenne, una disciplina cosi faticosa come il nuoto? ti aspettavi, tra l'altro, di esserne cosi portata?
Il nuoto è uno sport che mi è sempre piaciuto fin da bambina quando, grazie ai miei genitori che ebbero la pazienza di accompagnarmi alle lezioni, frequentai la piscina comunale di Oristano per qualche mese, esperienza che è servita a gettare le basi  della mia nuotata. Dopo questa breve esperienza ho frequentato vari sport nel mio paese come atletica, pallavolo e varie attività in palestra, ma quando 5 anni fa ha aperto la piscina, sapevo che quello sarebbe stato finalmente lo sport giusto per me. 
Il motivo per cui non ho iniziato prima quindi, era di natura puramente pratica, proprio perché non c’erano strutture sportive con piscina nel paese di Terralba in cui vivo e lavoro.
Quando ho ripreso a nuotare mi sono subito resa conto che quei pochi mesi di nuoto fatti da bambina sono stati essenziali per darmi l’acquaticità che ora ho, ma a mio parere, ciò non significa che chi inizia da grande sia destinato a non raggiungere determinati livelli, anzi, proprio nella categoria master gareggiano, oltre che ex agonisti, persone di tutte le età che prima di nuotare magari facevano tutt’altro.
Tu poi parli di “disciplina faticosa” ma in realtà quando ho iniziato a nuotare pensavo a tutto tranne che fosse uno sport faticoso, fino a che non ho iniziato gli allenamenti veri e propri ed ho provato sulla mia pelle cosa significa lottare continuamente contro se stessi e contro i propri limiti! E questo son sicura lo possa confermare qualsiasi nuotatore.

Il nuoto è uno degli sport individuali per eccellenza, per te però quanto e in che modo è importante la tua squadra e cosa ci puoi dire del tuo gruppo?
Del mio gruppo posso dire con certezza che sia la squadra migliore del mondo!
E se dovessi fare una classifica delle motivazioni che mi portano a proseguire questo percorso, anche quando magari diminuisce un po’ la volontà personale, al primo posto assieme alla passione per il nuoto c’è la compagnia dei miei “colleghi di piscina” e la grinta dell’allenatrice Stefania.
Il nostro è un gruppo di persone che va dai 25 ai 58 anni ed essendo così ben assortito, ha dato vita a divertenti dinamiche: uno dei più grandi di noi è stato ormai eletto ZIO e di conseguenza tutti gli altri sono tra loro CUGINI, tra noi scherziamo molto e qualcuno si diverte a far dannare Stefania proprio come farebbero i bambini a scuola.
Ci sosteniamo molto a vicenda sia nell'acquisire sempre più tecnica, confrontandoci e studiando anche le nuotate dei “grandi” di questo sport, sia nel miglioramento dei nostri tempi e periodicamente, fuori dall'acqua  non mancano i pranzi e le cene durante i quali, almeno per qualche minuto, riusciamo a non parlare di nuoto!
Da questa stagione inoltre la nostra squadra si è unita col Waterland A.S.D di Oristano perciò in occasione delle gare siamo diventati molto più numerosi, diciamo che l’unione fa la forza….

Nelle ultime gare del circuito master oltre ad apprezzare la tua performance sono rimasto piacevolmente colpito dal "mondo natatorio sardo", mi racconti cosa rappresentano per te le gare del circuito master e che clima si respira durante questi avvenimenti?
Ad essere sincera la prima cosa che mi è venuta in mente è: ansia! Ma non sarebbe del tutto vero e soprattutto non vorrei spaventare chi, leggendo, si sia incuriosito e vorrebbe conoscere questo mondo. Essendo delle gare ovviamente c’è il clima della competizione ma non è difficile trovare persone di altre squadre con cui chiacchierare e condividere l’ansia che precede il fischio di partenza sul trampolino, in quel momento si è tutti nella stessa barca anche se poi dopo il fischio non si guarda più in faccia nessuno.
Anche in questa occasione il ruolo del gruppo è fondamentale per dare carica, incoraggiare e fare tanto tifo e quando si rientra a casa si ha sempre una carica doppia per riprendere gli allenamenti e pensare subito alle gare successive.
C’è poi da considerare la realtà regionale sarda, non solo per l’organizzazione delle gare ma anche di eventi e meeting che danno l’opportunità a tutti i nuotatori master e non solo, di accrescere la propria tecnica e di conoscere un po’ più da vicino i mostri sacri che tutti noi amiamo, e tra questi eventi trovo giusto nominare il progetto Fast Lane (a cui purtroppo quest’anno non ho potuto partecipare) portato avanti da Cristina Chiuso e approdato qui in Sardegna grazie a Corrado Sorrentino, gli stimoli quindi non mancano di certo e chiunque si voglia affacciare a questo mondo sarà accolto a braccia aperte

Quali sono i tuoi obiettivi natatori per questo 2013? Se pensi a te tra 10 anni ti vedi ancora in piscina o magari ti piacerebbe intraprendere la carriera da istruttrice?
I miei obiettivi cambiano di anno in anno in base ai risultati che ottengo e non riguardano esclusivamente vincere medaglie alle gare ma migliorare la tecnica e la resistenza soprattutto in allenamento. 
Se penso al primo anno in cui abbiamo iniziato a prepararci per i master vedo un’Elena che quando trovava programmi di allenamento con inserite 4 ripetizioni di 100m misti, iniziava a pensare: “ma chi me l’ha fatto fare!”, ora invece grazie alla costanza nell’allenarmi ci vuole molto, molto di più per farmelo pensare e questo è uno dei risultati che mi da più soddisfazione.
L’obiettivo che resta invariato anno dopo anno invece è quello di migliorare i tempi tra una gara e l’altra; la prossima occasione che metterà alla prova i nostri progressi è la gara regionale di febbraio in data ancora da definirsi.
Tra 10 anni mi vedo ancora in piscina a nuotare, e anche tra 20, 30 e 40, salute permettendo, ma non ho mai pensato di trasformare il nuoto nel mio lavoro, anzi sono sempre stata attenta a distinguere bene le due cose e tenerlo sempre come passione extralavorativa o semplicemente come uno sport per tenermi in forma, nonostante il tempo e le energie che richiede. Sono estetista e lavoro già da qualche anno perciò un impiego per il momento mi basta e non miro ad averne due.

Nel panorama sportivo italiano il calcio è considerato il re incontrastato e tutti gli altri sport sono spesso chiamati "minori", come giudichi questa disparità di trattamento? Ti sei fatta una tua opinione a riguardo?
Per prima cosa ti ringrazio per la domanda perché questo è un tema che mi fa schizzare dalla sedia e accende spesso discussioni tra persone con opinioni contrastanti, quindi non me ne vogliano gli appassionati di calcio ma esprimerò solo il mio parere. 
Detto questo, ammetto che al calcio preferisco di gran lunga altri sport ritenuti, secondo me ingiustamente, minori come quelli che ho praticato negli anni passati, e l’aspetto che un po’ mi infastidisce è soprattutto l’esagerata importanza mediatica che viene data a questo sport rispetto a tutti gli altri.
Ad ogni modo se il calcio è arrivato ad essere il re degli sport in Italia  probabilmente è  perché è considerato il più bello e appassionante dalla maggior parte delle persone, ma penso che questo essere al centro dell’attenzione pubblica porti non solo effetti positivi, come l’altissimo livello raggiunto dai calciatori e dai loro tecnici, ma anche negativi, basti pensare a tutto l’impero economico che si è costruito sulle sue spalle e che l’ha reso uno sport in cui di genuino forse ci sono solo i tifosi e quest’opinione nasce dai fatti di cronaca degli ultimi anni che tutti conosciamo. 
Per non concludere troppo male quest’intervista approfitto per salutare tutta la mia squadra ASD Oasi Blu Terralba e soprattutto Martina e Luciano che momentaneamente sono fermi chi dagli allenamenti chi dalle gare per dei problemini fisici che spero si risolvano presto… forza ragazzi!

Si chiude qui l’intervista, con tanta ammirazione seguo a distanza i suoi risultati e auguro a lei e alla sua forte e simpaticissima squadra un 2013 pieno di grandissimi successi!

© myfitsports

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