29 Gennaio 2013: dal momento dell’acquisto del biglietto per
Queens Park Ranger-Manchester City ho avuto in testa sempre e soltanto questa
data.
In passato ho avuto la fortuna di assistere ad una partita
di Champions League dell’Arsenal all’Emirates Stadium ma questo QPR-MAN CITY è
stato il mio esordio da spettatore in una partita di Premier League e
l’eccitazione è stata tantissima.
Dopo una quarantina di minuti di metropolitana arrivo a
White City stazione che dista 5 minuti a piedi dallo stadio del QPR, il piccolo
Loftus Road Stadium. Uscito dalla metro vengo distratto da un invitantissimo
odore di hot dog e mischiato tra i tifosi del QPR e del City raggiungo subito
lo stadio.
Tra negozietti di gadget della squadra di casa e altri
paninari noto una massiccia presenza di forze dell’ordine …ben sei poliziotti!
Si sei, due a cavallo e quattro a piedi e ovviamente conoscendo la realtà
italiana questo è il primo elemento che lascia a bocca aperta.
Manca ancora un ora all’inizio della partita e la gente
gironzola intorno allo stadio e chiacchiera con birre e panini, indiscussi
protagonisti del pre-gara, ma io sono impaziente di entrare e dopo aver passato
il controllo elettronico del mio biglietto senza aver subito nessun tipo di
perquisizione e senza nessun tornello da superare un inserviente (loro si
numerosi e gentilissimi) mi accompagna personalmente al mio posto in prima
fila, in curva proprio dietro una porta.
Lo stadio non è grandissimo, 18 mila posti a sedere tutti
rigorosamente coperti, ma è estremamente affascinante e grazie al buonissimo odore dell’erba tipica
del campi da calcio, al fatto di essere ad un metro e senza nessuna barriera
dal campo stesso e alla pioggerellina
tipica londinese inizio a respirare l’aria del calcio inglese.
I calciatori sono persone normali, è chiaro, ma per uno che
ama questo sport assistere al riscaldamento dei vari Aguero, Tevez e Silva a
pochi metri di distanza sentendoli parlare correre e calciare beh non è proprio
cosa da tutti i giorni dai….
Lo stadio, mezzo vuoto fino a pochi minuti dal fischio
d’inizio, nel momento del kick off è completamente esaurito ed è un emozione
sentire un INTERO stadio che incita il QPR (e non solo una curva) e avere sopra
la testa i tifosi del City che cantano e per tutta la partita inneggiano
Mancini e i suoi giocatori. Emozione mista alla stupida paura tipica italiana
del “possibile lancio di oggetti verso il basso” ..insomma preoccupazione
tipica italiana che si è rivelata infondata!
Il primo tempo scorre via molto velocemente e viene giocato
soprattutto nell’altra metà campo, inoltre il posto in prima fila non è il
massimo per seguire la partita ma questo per me in attesa del secondo tempo è un
dettaglio minimo.
A fine primo tempo la mascotte della squadra di casa si
concede ai flash dei tifosi delle prime ed una piccola partita/esibizione tra
bambini, accompagnata dalla musica, intrattengono il pubblico nell’attesa del
secondo tempo.
Rientrano le squadre dall’intervallo ed il portiere della
squadra di casa si avvicina sempre di più…
Passo il secondo tempo a cercare di evitare le pallonate che
finiscono in curva visto il forcing del City e a fare foto al portiere della
squadra di casa che un tempo è stato un grande portiere della mia Inter: Julio
Cesar.
Julio dimostra ancora di essere un grande portiere e tutto
lo stadio canta il suo nome dopo ogni suo miracolo!
L’atmosfera, via via che si avvicina il fischio finale, si
fa sempre più calda e si segue la partita in piedi, la pioggia rende
l’atmosfera sempre più affascinante in tipico stile calcio inglese ed il pubblico di casa non smette un attimo di
cantare ed incitare. Stessa cosa fanno i numerosissimi tifosi ospiti; resto
stupito che di cori verso la squadra avversaria non ci sia nemmeno l’ombra, ma
questo è sempre il solito mio tentativo di confronto tra il calcio italiano e
quello inglese.
La partita purtroppo finisce 0 a 0 e mi spiace perché il gol
è la cosa più bella di una partita, ma la delusione dura il tempo di un
secondo, nel momento in cui Julio Cesar si avvicina alla porta per prendere le
sue cose lo chiamo e gli dico qualcosa in italiano, tra lo stupore mio e dei
miei vicini di posto si avvicina e ci salutiamo dandoci il pugno e mi ringrazia
per quello che gli ho detto. I calciatori sono persone normali, però…
Che dire, dopo quel momento di leggera (eufemismo) emozione,
guadagno l’uscita dello stadio insieme a tutti i tifosi felicissimi di aver
ottenuto un pareggio contro la corazzata di Mancini, e qui si ripete il solito rituale
che ha preceduto il match: tifosi del city e del QPR che bevono e mangiano e
altri (come me) che tornano verso la metro in gruppo.
Nessun cordone di polizia, nessun incidente, niente di
niente, soltanto una grandissima serata di calcio da raccontare e da ricordare
con la consapevolezza sempre maggiore che se una persona ama il calcio non può
non provare la felicità e l’eccitazione di vedere una partita di Premier in
vita sua!
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